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小西遼生へ ぼたんから:

ありがとう ございます、遼生さん。あなたは 命の恩人だ。

あなたの微笑みは きれいです だから 笑って 見せて下さい! 

もう一度 本当に ありがとう!

venerdì 30 aprile 2010

Il primo post non si scorda mai...

Salve a tutti!

Mi chiamo Botan, molto piacere! ^__^

みなさん、こんにちは!

私は ぼたんです! はじめまして!^__^

Hello everybody!

Im Botan, welcome to my blog!

Questo è il mio primo blog, e a dire il vero non ho la più pallida idea di come iniziare… Ammetto che sono un tantino emozionata…!

Però vediamo un pochetto cosa si può fare!

Allora… sarà lunga, quindi preparate pop corn, patitine e, per i più sensibili, montagne di kleenex.

Non si sa mai…!

Il mio vero nome in realtà è un altro… Ma per gli amici sono ormai da anni “Botan”.

Perché?

Avendo in pratica due nomi, spesso la gente tende a chiamarmi o usando il primo, oppure il secondo (più quest’ultimo però). E’ una cosa che proprio non sopporto! >_<>

Penso che un po’ mi rispecchi… Dicono che le peonie fioriscano solo a maggio (io per esempio sono nata a maggio ^__^) per poi farsi desiderare tutto l’anno. Ecco, sono abbastanza sfuggenti, come me! Non a caso ho chiamato il mio blog “風のように” letteralmente “come il vento”, perché è questo il mio elemento preferito. Libero di andare dove vuole, libero di volare in alto nel cielo e di visitare qualsiasi città in qualsiasi momento. Soprattutto quando è notte fonda e tutti dormono, con le luci delle auto che sfrecciano tra le strade, deve essere uno spettacolo da lassù.

Beato il signor vento, è proprio il caso di dirlo!

Svelato il mistero del nome, possiamo anche passare ad altro.

Per esempio, cosa faccio nella vita, quali sono i miei hobby e le mie passioni…

Un punto alla volta, dai, e pian pianino ci arriviamo!

Attualmente non ho un lavoro fisso, benché in passato ne abbia cambiati due. Purtroppo abitando in un territorio come la Campania, la situazione non è abbastanza semplice… Nel migliore dei casi, quando trovi un lavoro non ti pagano come in realtà dovrebbero, e in più per ottenere quello straccio di stipendio devi sudare non 7, ma 700 camicie, perché un giorno il datore si dimentica di pagarti, l’altro invece non ha i soldi e ti sposta la data, e, nei casi peggiori, pagare i suoi dipendenti non rientra proprio nei suoi piani…!

Per cui, stufa di tutto ciò, un bel giorno me ne sono inventata uno, di lavoro! Mi mantengo momentaneamente facendo la “plush maker”, in pratica creo plush personalizzati di anime, manga, videogames e chi più ne ha… ^__^

Certo, non guadagno chissà quanto, però almeno riesco a togliermi qualche sfizio e a tamponare un po’ le spese quando serve. Se avete richieste, per quanto riguarda i plush, mandatemi pure una mail! Li realizzo prevalentemente su commissione, tutto ciò di cui ho bisogno è avere delle immagini che riguardano il personaggio in questione da poter trasformare in plush, e nulla più!

Passando invece alle mie passioni…

Il disegno, il canto e la scrittura in primis.

Disegno da quando avevo 8 anni. A 13 cominciai da autodidatta a studiare i manga (occhi grandi, tratti fumettistici… Fantastici!), per poi successivamente a 16 iniziare un corso di pittura classica e su tessuto, più uno di manga, il tutto per circa 3 anni. Adesso che non frequento più nessun corso, continuo ugualmente a studiare, proprio come avevo iniziato, da autodidatta, ed ogni giorno imparo sempre cose nuove. Non c’è mai limite alla conoscenza, soprattutto quando sei libera di muoverti sul foglio come vuoi, e senza una regola.

Quella del canto, invece, deriva dal fatto che amo alla follia la musica! In particolare la J-pop/J-rock, e praticamente ascolto solo quella per tutto il santo giorno! Ogni mp3 se sta con me ha vita breve… Infatti spesso gli dico guardandolo con aria quasi compassionevole “fratello, ricorda che prima o poi devi morire”… e puntualmente succede che o si inceppa oppure non si accende. Ma quando oramai ho perso ogni speranza, e mi preparo a racimolare i soldi per prendermene uno nuovo, ecco che scopro la verità: ha solo la batteria scarica. Basta inserirlo in una qualsivoglia presa usb, e via! Come il vento, in 5 minuti è pronto all’uso! E così si ricomincia…! ^^

Ho anche seguito un corso di canto anni fa, però l’insegnante (una persona davvero molto dolce) mi fece capire che forse non ero proprio portata. In più all’epoca mi vergognavo tantissimo di cantare davanti a lei, quindi spesso mi sentivo bloccata e non riuscivo ad spremermi come volevo. Però adesso a distanza di anni la situazione… ovviamente non è cambiata! Poteva mai essere il contrario?

E la scrittura? Allora, quella è nata grazie ad un sito chiamato EFP, in cui centinaia e centinaia di persone pubblicano le loro “fanfiction”, ovvero racconti scritti da fan di anime, manga, videogames, ma non solo! Ci sono categorie dedicate ai film e ai telefilm, altre invece ai personaggi famosi, sezioni per i cantanti e gruppi musicali… e poi naturalmente c’è anche la categoria dedicata solo agli scritti originali.

Ecco, io ho cominciato a scrivere fanfiction nel 2005 (e se vi capita di andare su EFP, - il nick è sempre lo stesso, Botan-nella mia pagina personale noterete che la data di iscrizione risale proprio a quell’anno), e proseguo ancora tutt’ora perché proprio come il disegno ed il canto, scrivere mi fa sentire libera. Ed io amo esserlo.

Libera…”風のようcome il vento!

Ma, c’è una cosa, prima di qualsiasi altra, che considero come la mia passione più grande: il Giappone! 私は 日本を大好きです!

Che dire adesso? Sto già preparando i famosi kleenex già citati a inizio post… Quando penso a quella piccola striscia di terra in mezzo al mare, il cuore mi si stringe. Per me è semplicemente tutto.

E non sapete quante volte ho desiderato di essere nata in quel continente… Almeno in questo modo avrei evitato di affrontare seccature come il costo del biglietto (fuori dalla mia portata anni luce) e la lingua, ma per quest’ultima, non è stata poi una seccatura così grande. Nel 2005 grazie ad un insegnante giapponese di nome Hiroko Nagahama (Hirokooo!!! Se stai leggendo questo post, sappi che ovunque tu sia io ti vorrò sempre bene! ;__;), ho studiato questa lingua per un anno e qualcosa. Non si impara molto in così poco tempo, però secondo me quando c’è una passione così forte, qualsiasi muro si scavalca. Basta solo prendere una rincorsa più lunga.

Certo, dopo così tanto tempo, confesso che ora il mio giapponese si è arrugginito parecchio rispetto ai bei tempi andati… Però sto cercando di rimettermi a studiare, e riprendere in mano i vecchi libri.

Il problema è che quando non usi per parecchio una lingua straniera, poi fai fatica a rientrare in quell’ottica, soprattutto con il giapponese. Personalmente trovo che sia una lingua a dir poco fantastica. Però, ammetto anche che il più delle volte risulta un po’ difficile riuscire a comprenderla a fondo se non si conoscono bene le basi. Ha una miriade di sfumature e potrebbe assumere qualsiasi significato se si sbaglia una parola o non si centra bene il soggetto principale del discorso. Talvolta più che tradotta va interpretata.

Potrei parlare del Giappone per ore ed ore, aspettando il giorno in cui, finalmente, potrò andarci, ma… la vedo difficile. Almeno per ora.

E, ammetto che questa è la cosa che più di tutte mi fa soffrire.

Provate un attimo ad immaginare ciò:

Siete lontani da casa e dalle persone che amate. Vorreste tornare disperatamente, così vi recate all’aeroporto con tanto di bagaglio fatto in fretta e fuori in mano, ma quando arrivate lì, vi dicono che il volo è stato cancellato. Esattamente c’è il giorno dopo.

Voi ritornare lì, ancora con il vostro bagaglio sgangherato, e ancora lo stesso verdetto: volo cancellato. Sempre e solo volo cancellato. Sia domani, sia dopodomani… In pratica non sapete se e quando potrete ritornare a casa.

E, per me, la parola casa equivale a Giappone.

Sì, per me essere a casa, significa essere la, nella terra del sole nascente. E’ inutile mentire: io in Italia soffro molto.

Mi sento come un pesce d’acqua dolce costretto a nuotare in quella salata del mare. Mi sento come una farfalla che ha perso le ali, e se proprio vogliamo continuare con i paragoni, come un uccellino rinchiuso in una gabbia piccolissima che non gli permette di sgranchirsi le ali come vorrebbe.

Soffro in Italia perché non mi sento di appartenere a questa cultura, a questo modo di pensare… qui non ho la mia libertà, non posso volare. Per cui, aspetto con trepidazione il giorno in cui finalmente sarò libera di spiccare il volo nei cieli del Giappone. E penso proprio che dovrò attendere parecchio… T_T

Aspetta e spera…

campa cavallo… tsk!

Ovviamente amando il Giappone, non posso non amare anche i giapponesi! E per la miseria! Se sono una single incallita, è perché ho un debole (debole con la D maiuscola, perché così si capisce che è si tratta di un debole forte! ^^;) per gli occhi a mandorla! Proprio non resisto, ve lo giuro!

Bel giapponese ma dove sei??? Che amarezza… TTvTT mi sta bene pure koreano o cinese, purchè somigli anche un minimo all’UNICO uomo della mia vita: sì, proprio lui! Come sarebbe “chi”? Quello… lui lui! Andate sopra con la rotellina scroll del mouse, con la tastiera, con arco e frecce o come meglio preferite, insomma! Ci siete? Ecco, quello che sta nell’immagine principale del blog, in mezzo alle farfalline colorate, è quel lui! Un tale di nome Ryousei Konishi, o Hiroki Konishi (nome d’arte), o ancora Konitan (soprannome), che io però chiamo affettuosamente “konitan-tan”.

Ecco, quel tipetto lì, farebbe proprio al caso mio! Ovviamente si sogna, perché viviamo su due mondi completamente paralleli:

da una parte me, povera ragazzuola che sogna di andare in giappone e di restarci a vivere anche sotto un ponte, se necessario. E dall’altra c’è こにたん-たん (konitan-tan)… bellooo, bello e impossibileee, con gli occhi neri ecc ecc…! Ok, la pianto, và!

Sennò finisce che il blog non lo legge più nessuno… Se si viene a sapere che in realtà sono una psicopatica, è la fine…!

*E fu così, che non ottenne più una visita.*

*Mai più*

Heam… *fa un colpo di tosse e a momenti ci rimette un dente*

Dove eravamo rimasti??

No vabbé, adesso a parte gli scherzi, quel tipetto di nome Konitan-tan, ha un posticino molto speciale nel mio cuore. Grazie a lui, e alla serie di “GARO” 牙狼, una delle mie più grandi passioni, sto affrontando con meno sofferenza un momento della mia vita assai difficile da gestire.

E’ il suo sorriso a darmi la forza necessaria per restare almeno in piedi. E di questo gliene sarò SEMPRE grata. Sempre sempre.

Ne approfitto per lasciargli un messaggio. Non si sa mai, magari un giorno potrebbe anche capitare nel mio blog! ^__-

小西遼生へ ぼたんから:

ありがとう ございます、遼生さん。あなたは いつも にこにこしている。 あなたの微笑みは きれいです だから 笑って 見せて下さい! 

あなたには 本当に さえ なった、私。

もう一度 本当に ありがとう!

Ebbene, ne parlo ora, perché mi sembra giusto fare le dovute presentazioni sì, ma anche spiegare un po’ come sono, cosa penso, e ciò che reputo di raccontare all’interno di questo blog. Già, perché se ho deciso di crearmene uno, principalmente l’ho fatto per parlare. Proprio così, parlare, sfogarmi, liberarmi di tanta rabbia che mi porto dentro da anni e che ora non mi fa più vivere. E’ il blog di una persona depressa? Penserete voi… beh, forse in parte lo è, ma in parte è anche il blog di una persona che vuole VIVERE, che vuole liberarsi di tutto ciò che la opprime, la incatena. Consideratelo come una sorta di terapia. Gli psicologi dicono che parlare quando se ne sente la necessità, non può che fare solo bene.

E quindi… parliamo! ^__^

La mia storia parte da qui…

Dal 2008 soffro di problemi legati all’ansia somatizzata. I cosiddetti D.A.P., per chi conosce la materia.

Ho già sofferto in passato di disturbi correlati all’ansia, e per farvi capire meglio, vi riporto le mie varie esperienze:

A 13 anni sono finita al pronto soccorso perché non riuscivo a respirare, ma li mi dissero che non avevo nulla e che si trattava solo di un fattore legato alla psiche, nulla più. Mi passò quasi subito, perché riuscii a convincermi che era un meccanismo immaginario, creato dal mio cervello, quindi totalmente finto. Dopo diversi anni, vuoi per problemi legati al mio primo e secondo lavoro, vuoi per problemi legati alla mia famiglia (ed in primis è proprio questa la causa di tutti i miei mali), ci fu un periodo in cui restai a casa per 2 mesi perché avevo dolori muscolari OVUNQUE! Vi assicuro che quello è stato uno dei periodi più brutti della mia vita, e purtroppo non riesco proprio a dimenticarlo perché mi restò fortemente impresso. Il bello è che avevo questi dolori solo verso la sera, quindi la mattina stavo apparentemente bene… Chiamammo il medico che mi fece una visita, ed ovviamente era tutto apposto.

Per sicurezza però mi fece fare delle analisi del sangue: la mia prima analisi del sangue che non scorderò mai perché mi ha fatto capire di avere l’emofobia… Infatti stavo svenendo, ho iniziato a vedere tutto bianchiccio, ma mi sono ripresa grazie all’infermiera ed al suo alito pestilenziale che mi rianimò quasi subito...! E anche se difficile da credere, vi assicuro che non è una battuta… Se non ho perso i sensi è stato solo merito suo e… anche del suo alito!

I valori risultarono nella norma. Come sempre, era tutto ok!

I dolori muscolari cessarono magicamente a distanza di 2/3 settimane dopo il risultato degli esami clinici, ed ancora una volta venne fuori che quelle fitte, che praticamente mi impedivano di alzarmi dal letto e di stare al letto (…), erano legate sempre all’ansia, quindi psicosomatiche.

L’anno successivo, però, ancora una volta ebbi problemi allo stomaco: ebbene sì, l’ansia stavolta aveva deciso di colpire lì, e quando mangiavo qualcosa o anche nell’arco della giornata, avvertivo sempre una forte sensazione di gonfiore che mi faceva sentire continuamente piena, quasi fino a scoppiare. In un certo senso era come se avessi da poco finito di mangiare, oppure mi fossi spazzolata un intero cenone di capodanno preparato per 12 persone…

Oltre all’idea di sazietà, sentivo anche forti spasmi che mi prendevano sotto il diaframma, e mi causavano parecchi malesseri. Tutti i giorni mi veniva sempre il singhiozzo, ed era pure imbarazzante, a volte, perché insorgeva anche quando mi trovavo in pubblico, o a contatto con le persone… Provate a immaginare una che parla e che vi singhiozza in faccia… x_x

Feci ancora una volta gli esami, e quindi prenotai un’ecografia. Indovinate un po’ quale fu il risultato del test? Negativo, ovviamente! Non avevo nulla!

I fastidi legati allo stomaco, tuttavia, anziché sparire come successo per gli altri disturbi, si affievolirono soltanto, ma non diedi peso alla cosa. L’importante era sapere di non avere nulla di grave, di stare bene.

E lo sono stata per circa 7/8 mesi, perché nel 2008, per l’appunto, ho beccato il problema più grosso: quello legato all’alimentazione.

Per farla breve, visto che la storia è molto lunga e di sicuro per voi leggere un post che probabilmente rientrerà nel Guinness dei primati come il più lungo del web, la somatizzazione della mia ansia mi ha “scippato” (mani in alto! Questa è una rapina! Più o meno… ^_^,) la capacità di deglutire.

Faccio una premessa: non ha nulla a che vedere con anoressie e cose affini.

Lo dico perché tutte le volte che le persone sentono il mio problema, faticano spesso a comprendere e quindi lo scambiano per quello che ormai è un disturbo che, purtroppo, accomuna migliaia di persone.

Sintetizzando, tutto ciò che io metto in bocca, a causa dell’ansia e della paura di non farcela, non riesco a mandare giù. Esattamente, è vivere con la paura costante di non riuscire a deglutire e quindi di strozzarsi perché si ha il timore o che il cibo rimanga in gola oppure che ti vada storto! Poi somiglierei a questa faccina: XP ^_^,

Subisco una sorta di blocco che paralizza la mia lingua, e vado in modalità “panico”, dopodichè posso solo decidere o di sputare tutto per calmarmi, oppure di mandar giù, però in quei casi è meglio di no, perché finirei con lo strozzarmi per davvero…

Non ho tanta scelta, in pratica, eh? ^_^’

Ormai è dal 2008 che non mangio più nulla, e per alimentarmi uso delle bevande molto simili ai normali succhi di frutta, che sostituiscono il pasto. Le alterno con il latte, o con cose simili che apportino al mio organismo le sostanze giuste affinché io non crolli come un castello di sabbia in riva all’oceano.

Ho iniziato a prendere gli Ensure (questo è il nome dei succhetti ipercalorici) solo 3 mesi dopo lo “scoppio” del problema, e proprio in quei primi 3 mesi, me la sono vista davvero brutta. Ho rischiato veramente grosso, e me ne rendo conto solo ora, a mente fredda.

Ho perso 10 kili in meno di un mese perché non mi alimentavo più, non bevevo più, e sì, non vivevo più. Ho sfiorato i 47 kg di peso, ed essendo alta 1 e 75 circa, non era proprio il massimo…

Oltretutto mi incazzavo da morire perché non riuscivo a mangiare, e lo stomaco per circa 30 giorni non fece altro che borbottare… (adesso so cosa provano quelli che vanno all’Isola dei Famosi… ^o^)

La prima settimana neppure la saliva riuscivo ad ingoiare. E non ricordo più quante volte, la sera soprattutto, mi accoccolavo nel letto tutta tremante, e desideravo solo dormire in modo da poter cancellare i ricordi fatiscenti di una giornata, l’ennesima, trascorsa ancora senza mangiare. Ovviamente al risveglio, come una valanga di neve, mi ripiombava tutto addosso… tsk! -_-‘

Per bere mezzo bicchiere d’acqua, sapete qual era la strategia che avevo adottato? Intingevo (quindi lo bagnavo soltanto, senza riempire la conca) la capoccia di un cucchiaio nell’acqua, e poi come un lecca-lecca, pian pianino cercavo di ciucciarlo lentamente… Sai le macchiette! XD

Mezza giornata solo per bere! Una lumaca, paragonata a me, era Speedy Gonzales!

E quando guardavo la TV? Memorabile! Perfino guardare la tv era diventato impossibile a causa di quelle fottutissime pubblicità della miseria! Immaginate una che ha i nervi a mille, con lo stomaco vuoto che le reclama e le urla a squarciagola “Cibo! Cibo! Dammi del cibo, miserabile umana!”, e che, dopo la fine del primo tempo di un film, incappa nello spot dei tortellini di Giovanna Rana o, peggio ancora, in quello della pizza Ristorante Cameo, con quei due imbecilli che cenano sul ponte a lume di candela…

Miseriaccia e che strazio…! Altro che stanza della tortura! Mi veniva un nervoso… -_-,

Comunque, pubblicità a parte, all’inizio vi dirò che è stata dura, e come sempre ho fatto tutti gli esami ma… beh, la risposta la sapete già! Non avevo niente… Però, quanto avrei voluto che almeno uscisse qualcosina, così mi avrebbero dato una cura, e finalmente avrei ripreso a mangiare… Ma nessuno mi diceva niente, nessuno sapeva trovare la causa dei miei malesseri… Passavo da un dottore all’altro, da una farmacia all’altra… Ho preso antibiotici, sciroppi, si pensava che avessi problemi alla tiroide oppure la faringite… macchè! Finché un giorno, il mio ex-medico curante (nonché stronzo!), in combutta con un fottuto -da denunciare- neurologo (nonché super stronzo!), per fottersi un po’ di soldi, mi disse che io avevo una malattia rara (che botta di c…lo, eh?!) e che solo questo suo fantomatico amico neurologo la poteva curare! Pensate, era talmente rara che secondo le sue fottute teorie del c…zo forse non avrei più ripreso a mangiare e a bere…! Una gran bella prospettiva, non c’è che dire…!

Se penso a quel periodo… Dio, volevo sparire! Ma si può, dico io, speculare sulle malattie degli altri? Miseria! Ma in che mondo di m…rda viviamo?! Ovviamente, mia madre non si lasciò abbindolare da questa faccenda che un po’ puzzava di bruciato, e così mi fece visitare da un altro dottore. All’apparenza, quando lo vedemmo, ci sembrò un rimbambito! Infatti, il pensiero di aver fatto una cazzata, per un istante ci passò accanto… Beh, quando questo mi vide, dopo aver ascoltato la storia, come prima cosa si fece portare dall’infermiera dell’ospedale un bicchiere d’acqua, dicendo che aveva sete… (Sé! E chi ci casca!?), dopodichè, con una penna tracciò una linea verso la metà del bicchiere di carta, e mi incitò letteralmente a bere l’acqua fino a raggiungere il punto segnato da lui.

Ebbene, sì! Riuscii nell’ardua impresa! ^o^/

Da quel momento, ho capito di non avere un bel niente! (Ma non mi dire…! Davvero?!?)

Ovviamente, il medico ciarlatano (nonché stronzo) e l’amico neurologo (nonché super stronzo) non li ho potuti denunciare perchè al momento della visita non mi rilasciarono nessun certificato (furbi, eh?), ma infondo, a me interessa sapere che avevano torto marcio, solo questo!

Dopo ciò, ho capito qual era la causa dei miei malesseri: un disturbo psicosomatico ormai giunto al culmine.

Ho appreso anche che i disturbi psicosomatici sono quelli più difficile da debellare dato che l’unica medicina che può guarirti la trovi solo in te stessa. Il sostegno di un buon terapeuta che ti aiuti a capire e ti insegni nuovamente a “camminare”, è sì un valido aiuto, però il lavoro sporco lo puoi fare solo tu.

Ciò che posso dirvi, è che a distanza di 2 anni io non ho ancora risolto il mio problema, e che attualmente continuo a sopravvivere grazie a quelle bevande concentrate che non mi fanno pesare la mancanza del vero e proprio pasto, anche se a volte il ricordo della pizza mi perseguita tutte le notti in sogni che poi diventano incubi…

L’unico miglioramento che ho fatto, senza l’aiuto di psicologi o affini, è per l’appunto legato alla capacità di bere, che ho “sbloccato”, ma non interamente, da sola. Infatti mi capita spesso di bloccarmi, di non riuscire ad ingoiare. Quindi bevo determinate cose e con delle limitazioni. Ad esempio l’acqua, non la bevo più semplicemente perché non ha sapore, e questa mancanza in un certo senso me l’ha fatta schifare. Viceversa, se si tratta di the, latte o qualsiasi altra bibita che ha un gusto piacevole, allora la accetto. E poi, sempre da sola, ho sbloccato la facoltà di deglutire il gelato e la cioccolata, perchè una volta messi in bocca, non essendo cibi solidi, si sciolgono facilmente e mi danno sicurezza! ^_^ (il cervello è proprio una macchina strana, ragazzi!)

A Pasqua ho mangiato più uova io che un intero battaglione di poppanti! C’ho la casa invasa dalle sorpresine del kinder… Tra un po’ mi sa che gli faccio pagare l’affitto…

Però, come per i liquidi, anche qui ho le mie limitazioni… Mi blocco spesso, e ci metto tempo a finire. (E con il gelato questa cosa diventa un problema… Soprattutto quando fa caldo… Si scioglie subito! ;__;)

Per le persone come me, che soffrono d’ansia e di malattie psicosomatiche, anche una sciocchezza, magari da noi non considerata tale, può trasformarsi in un qualcosa di più serio. Ad esempio, una persona “normale” il giorno prima di sposarsi, davanti allo specchio si guarda e fa: “Sono pronta a fare questo passo?”

Viceversa, io, 1 minuto prima di bere, davanti al frigorifero aperto guardo il bicchiere e faccio: “Sono pronta a bere questa tazza di latte?” Sembra una scenetta comica, ed infatti, volendo riderci su, lo è! Ma l’ansia non ride mai.

Si impossessa delle tue azioni, del tuo corpo, e ti costringe a vivere secondo ciò che vuole lei. E’ lei che ti dice se questa mattina puoi uscire perché non intralcerà il tuo cammino, è lei che ti dice “ok, lo puoi fare”, oppure “oggi ti vieto di bere perché tu stai male e se non mi dai retta finirai all’ospedale”… In questo modo la tua vita, se così si può ancora chiamare, la vive lei al posto tuo! Sai che affare…!

Ci è voluto un po’ per accettare questa cosa, e ci ho messo tanto a non farmi venire una crisi di nervi con gli spot tv gastronomici… Anche la mia famiglia ormai si è abituata a non vedermi più a tavola con loro.

All’inizio è stato un po’ un problema, si avverte sempre una certa difficoltà. Magari loro mangiavano seduti a tavola, ed io ero nella mia stanza, quindi si sentivano naturalmente a disagio, poi pian pianino, come per tutte le cose, ci fai l’abitudine.

Ora non faccio più caso al mio inconsueto problema, o perlomeno cerco di non pensarci. A volte, anche se per poco, quasi me lo dimentico, ma… Purtroppo c’è, e pazienza! Prendiamola così, alla buona…

Però, ovviamente, non è tutto… Eh no! ^o^ Sono miss “attira sciagure”, io! Non per niente mi dicono che somiglio alla Sadako/Samara di The Ring…

Da meno di un anno è entrato a far parte della mia collezione, anche un altro malessere psicosomatico: stare all’aperto mi angustia, soprattutto quando entro nei negozi, non vi dico quello che sento e che mi capita…! Un disastro…!

Quando sto in mezzo alla gente, pare che mi giri tutto, ma la cosa peggiore è che mi sento svenire! ;___; E’ un incubo! UN INCUBO!!!

Adesso praticamente vivo da eremita.

Isolata da tutti e da tutto.

Sembro un vampiro! Per alimentarmi bevo soltanto, e non faccio più vita sociale… giudicate un po’ voi! Poi ho anche 2 nei sul collo che somigliano proprio al morso di un vampiro. Me li ha fatti notare mia madre alcuni mesi fa, io neppure li avevo visti! Inoltre lei essendo una patita di Dracula e affini, con questa cosa ci va a nozze…

Una delle cause scatenanti legate ai miei disturbi psicosomatici, è proprio la paura di fallire e di fare tanto male alle persone che amo. Mi hanno spiegato che a volte, gli individui che si preoccupano eccessivamente per gli altri ma che tengono dentro tutte le loro emozioni e reprimono i sentimenti tanto da dare l’effetto contrario, e quindi apparire come persone fredde e glaciali, talvolta perfino disamorate, con il desiderio di non arrecare preoccupazioni agli altri alla fine ottengono l’effetto contrario ma non per volontà loro. In pratica vale il concetto di “più vuoi ardentemente quella cosa, e più non riesci ad ottenerla”. Ed io, anche se involontariamente, ho finito col seguire questa stessa procedura. Non volevo che mia madre si preoccupasse per me, volevo che lei mi vedesse sempre con il sorriso sulle labbra, volevo che mi vedesse forte, e lo volevo tanto, credetemi. Ma alla fine ho ottenuto l’effetto contrario. Mi accorgo, giorno dopo giorno, che più vado avanti e più diventa difficile risalire quando si cade giù.

Ogni anno per me è stato caratterizzato da un disturbo diverso correlato all’ansia. Ed ogni anno esso spariva magicamente, lasciando dietro di sé solo cattivi ricordi. Finché nel 2008 ormai al colmo della sopportazione, tutte quelle somatizzazioni nervose/ansiose, scoppiando letteralmente fuori come un vulcano in piena eruzione, si sono ancorate alla mia povera lingua come cozze maledette!

E ora non mi lasciano più in pace… T_T

Sì, è vero che tutte le volte in cui cado, poi riesco pian pianino a rialzarmi, ma… Sono stufa di cadere.

Sono stanca di vivere come uno yo-yo, tra alti e bassi di ogni tipo, con la voglia incondizionata di essere felice per far felici gli altri ma ottenere poi l’opposto e, quindi, fallire. Sono stufa di fallire! Io voglio essere forte! Ma proprio perché lo voglio così tanto, non ci riesco.

Mi chiedo spesso, troppo, quand’è che tutto ciò finirà, quand’è che la paura di avere paura, mi lascerà in pace.

Purtroppo non riesco a darmi una risposta, per cui cerco più che vivere, di sopravvivere, e aspetto il giorno in cui finalmente sarò libera di riprendermi la mia vita.

Nel frattempo, ad alleviare le mie sofferenza ci pensa il dolceこにたん-たん (konitan-tan), che con quel sorriso che si ritrova, farebbe tornare il buon umore a chiunque!

Ecco perché gli voglio così bene. Lui, in combutta con un’altra personcina che purtroppo non c’è più, ma che mi porto nel cuore tenendomela stretta, mi aiuta a non restare al buio. E’ una luce che si accende quando attorno a me c’è solo buio.

Konitan-tan e quell’altro scapestrato sono fiamme di candele che resistono alle intemperie, e non si spengono mai.

Io credo che non tutto avviene per caso. Ho conosciuto la serie di Garo verso la fine del 2007. I miei problemi sono cominciati verso l’inizio del 2008.

Mi ha fatto compagnia quando ormai credevo di non farcela, quando credevo di andarmene per sempre. E questo non lo dimenticherò mai, perché se sono ancora qui a scrivere, il merito è anche suo.

Detto questo…

Signori e signore, avete appena assistito alle “Disavventure di Botan” in prima visione assoluta!

Già, perché questa è la prima volta che scrivo un mattone simile tutto dedicato al mio problema.

All’inizio ricordo che ne parlai ad una mia amica, ormai divenuta ex, che consideravo VERAMENTE speciale, ma quando le dissi che avevo questo problema, poi non l’ho più sentita.

Avete presente la donna che fa da assistente al mago durante gli spettacoli di magia, e che scompare nella cassa? Ecco… lei, puff! E’ sparita! Però, a differenza di quella della cassa che poi riappare, ‘sta qui è sparita per davvero. Mah…

Adesso, può darsi che abbia avuto un problema improvviso, oppure non so… però il dubbio che se ne sia andata perché forse stufa di assistermi psicologicamente (anche se io non glielo avrei mai chiesto, proprio perché non voglio dare problemi a nessuno), c’è sempre, e mi dispiace pensare che lo abbia fatto per davvero.

Ma la gente è fatta così, e la capisco.

Oggi giorno si hanno già così tanti problemi, che spesso la voglia di ascoltare quelli degli altri non c’è.

Direi che va bene così, per ora! Dopo un mega post come questo, vi passerà la voglia di seguire il mio blog…! Tuttavia, voi siete la mia terapia, per cui vi chiedo cortesemente e se vi fa piacere di farlo.

Per me significa davvero tanto.

Bene, non potevo scegliere titolo più azzeccato… Perché il primo post non si scorda mai, e sono sicura che voi non lo dimenticherete così facilmente…! ^__^

Alla prossima!

にこにこ、

ぼたん

Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ Botan Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ

2 commenti:

Sara ha detto...

What a first post! Actually you had need to start it, hadn't you?

I hope Konitan read that part devoted to him. It'd be wonderful.

Botan ha detto...

Yeah dear Mitra, I really hope that Konitan-tan read it. It's what I've always wanted!

statistiche del mio blog